Il settore vivaistico e le sue criticità

La produzione di piante ornamentali costituisce in Toscana il più rilevante comparto all’interno del più ampio settore florovivaistico. Essa risulta concentrata nelle Province settentrionali della regione ed in particolare in quella di Pistoia, Prato e Lucca. Le ultime statistiche del settore sono le seguenti: circa 6.500 ettari coltivati, circa 5.000 addetti diretti, PIL pari a circa 500 milioni di euro. Il comparto, dopo anni di espansione, comincia a mostrare segni di debolezza e evidenti criticità, tra cui si segnalano la difficoltà di programmare la produzione, l’estremo frazionamento fondiario e gestionale, l’impatto delle produzioni sulle risorse ambientali primarie, la necessità di introdurre innovazioni di processo e di prodotto. Ad esse vanno aggiunte la crescente concorrenzialità tra le aziende e la difficoltà di penetrazione sui mercati. A prosecuzione ideale e completamento di altro progetto presentato nel 2011 e concluso nel 2014, si propone di affrontare le criticità sopra indicate creando una filiera che avrà come punti di riferimento per le aziende partecipanti:

1.      la nursery valley, cioè l’insieme dei vivai di produzione delle aziende partecipanti dislocati in massima parte nella piana pistoiese o comunque in aree limitrofe e funzionalmente connesse;

2.      il nursery park, cioè il vivaio di esposizione permanente delle piante di pronto effetto da intendersi come eccellenze della filiera;

3.      il nursery campus, cioè il luogo deputato alle attività di formazione e promozione della filiera.

Non solo, l’azienda capofila vuole porsi come punto di riferimento sul territorio anche di aziende multifunzionali, che affiancano alle produzioni tradizionali quella vivaistica per diversificare ed aumentare la redditività. Da questa impostazione discende il titolo del PIF “Verdi Connessioni”.

Gli interventi previsti dal PIF sono molteplici e riguardano:

–      interventi diretti al miglioramento quali-quantitativo della produzione primaria;

–      interventi rivolti all’ottimizzazione dei fattori della produzione;

–      interventi di efficientamento energetico;

–      interventi rivolti alla commercializzazione;

–      interventi rivolti all’introduzione di innovazioni di processo e di prodotto (progetto VIAA).

Per raggiungere gli obiettivi si intendono attivare le misure 4.1-6.4-16.2 del PSR.

Nella filiera saranno coinvolte le fasi della produzione primaria, della trasformazione (ivi comprendendo le attività di magazzinaggio e confezionamento preliminare alla vendita) e della commercializzazione. Parteciperanno al progetto, oltre alla capofila, n° 19 aziende produttrici primarie, di cui 14 in forma diretta e 5 in forma indiretta, tutte afferenti alla filiera florovivaismo. Di esse, due effettueranno investimenti necessari per la loro redditività complessiva rispettivamente nel segmento della diversificazione e della trasformazione. La capofila si occuperà anche della fase di commercializzazione e promozione del prodotto utilizzando gli investimenti previsti nel presente PIF e due strutture dedicate già attive; il Nursery Park ed il Nursery Campus. Ulteriore partecipante diretto sarà l’Università degli Studi di Firenze – Dipartimento GESAAF per il progetto VIAA, che ha lo scopo di introdurre l’innovazione di processo mediante l’utilizzo di substrati a base di fibra di cocco (fonte rinnovabile) in sostituzione della torba (fonte non rinnovabile) in combinazione con differenti formule di concimazione fosfo-potassiche, e di prodotto, volta ad ottenere, tramite stress controllati, materiale vivaistico valutato in base alla sua adattabilità a situazioni climatiche estreme (da cui il nome “vivaistica innovativa per prodotti ad alta adattabilità”). Il principale risultato atteso è l’aumento del reddito dei produttori primari grazie al sostanziale miglioramento delle condizioni di commercializzazione e alla possibilità di usufruire di due strutture dedicate (Nursery Park e Campus) per la promozione della filiera e delle innovazioni di processo e prodotto attese con la realizzazione del progetto VIAA.

 

I fabbisogni dei partecipanti e gli obiettivi del PIF

Il settore vivaistico ornamentale in genere e quello vivaistico pistoiese in particolare proviene da molti anni di espansione, ma nell’attuale congiuntura si trova in una fase di stallo, nella quale sono emerse in maniera evidente le sue criticità.

I fabbisogni del settore sono pertanto relativi alla programmazione colturale su base poliannuale estesa a più aziende capaci di lavorare in “rete” fra loro al fine di ampliare la gamma merceologica a disposizione del mercato, alla necessità di specializzare le aziende di produzione piccole e medie su specifici gruppi di essenze e di demandare la trasformazione e commercializzazione a strutture organizzate per tali compiti, in modo tale da diminuire i costi di produzione, stabilizzare i ricavi e aumentare il reddito operativo lordo, al miglioramento delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro collegato in particolare alla movimentazione delle piante (l’ordine di grandezza sono di vari milioni di piante all’anno in contenitore e zolla da spostare) e alla diminuzione dell’impatto ambientale sulle risorse primarie, promuovendone un uso responsabile e sostenibile, alla concentrazione dell’offerta e alla realizzazione di poli logistici ed espositivi con compiti commerciali e promozionali, all’innovazione di processo e di prodotto. Il settore vivaistico non deve inoltre rimanere slegato dal territorio circostante, ma deve essere il traino dell’economia agricola: quindi promuovere il vivaismo deve voler dire promuovere il territorio intero che fa riferimento alla “Nursery Valley” e le sue eccellenze.

Gli obiettivi del presente PIF sono i seguenti:

1) aumento quantitativo e qualitativo della produzione, tramite la realizzazione o ristrutturazione funzionale di aree produttive (serre e allestimenti nuovi vivai);

2) ottimizzazione dei fattori della produzione tramite acquisto di mezzi ed attrezzature;

3) miglioramento ambientale tramite efficientamento energetico, coibentazione edifici, smaltimento eternit, produzione di energia per uso aziendale da impianti fotovoltaici;

4) diversificazione del reddito nelle aziende agricole multifunzionali;

5) innovazione di processo e di prodotto;

6) miglioramento delle fasi di manipolazione, trasformazione e commercializzazione (ivi compreso l’esposizione e promozione della produzione).

Le azioni per superare le criticità, rispondere ai fabbisogni delle aziende e raggiungere gli obiettivi sopra indicati, in dettaglio sono:

Obiettivo 1) – aumento quantitativo e qualitativo della produzione

Obiettivo 2) – ottimizzazione dei fattori della produzione

Obiettivo 3) – miglioramento ambientale

Obiettivo 4) – diversificazione del reddito nelle aziende agricole multifunzionali

Obiettivo 5) – innovazione di processo e di prodotto

Obiettivo 6) – miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione della filiera

 

L’innovazione nei rapporti fra i partecipanti

La filiera appare molto innovativa per quanto riguarda la situazione ordinaria in Toscana nei rapporti fra le aziende di settore.

Tra le criticità del settore sono state segnalate l’eterogeneità delle produzioni, che può arrivare anche a decine di migliaia di articoli commerciali, e la durata poliannuale dei cicli di produzione. Viene da sé che nel comparto sono già presenti forme di aggregazione tali da permettere alle singole aziende di specializzarsi e ottenere così economie di scala. Esse sono fondamentalmente due:

– la lavorazione per fasi, in base alla quale un’azienda esegue solo una parte del ciclo produttivo (ad esempio la propagazione, la coltivazione in pieno campo, la coltivazione in vaso, la potatura di formazione, etc…) ed il suo prodotto finito è un semilavorato che la successiva implementa;

– il “conto coltivazione”, in base al quale un’azienda fornisce all’altra il semilavorato di base e lo ritira finito dopo un certo periodo di tempo pagando un corrispettivo per il servizio.

La differenza fondamentale fra le due opzioni è che nella prima il rischio della coltivazione è tutto a carico del produttore, mentre nella seconda è suddiviso fra i due contraenti.

Delle due forme di aggregazione spontanea diffuse sul territorio la filiera in oggetto prevede il ricorso ad entrambe a seconda delle esigenze delle singole aziende: si intende in ogni caso standardizzare e stabilizzare il tipo di rapporti contrattuali e di collaborazione in essere da vari anni fra le aziende coinvolte.

Di conseguenza nell’accordo di filiera ogni azienda ha stabilito con la capofila quantitativi programmati di piante da consegnare in conto vendita o conto coltivazione ed un sistema di determinazione del prezzo.

Il vantaggio è chiaramente reciproco. La piccola azienda potrà specializzarsi in poche essenze, ottenere economie di scala e puntare sulla qualità del prodotto, avendo al contempo una base certa di ricavi per programmare gli investimenti. La capofila a sua volta programma la gamma merceologica a disposizione della clientela senza doverla cercare al bisogno e senza aumentare a dismisura le proprie dimensioni produttive: potrà così meglio concentrarsi nelle attività di trasformazione, commercializzazione, promozione che le competono. Rimane al contempo all’interno del settore primario in quanto la commercializzazione finale è sempre preceduta da una fase del ciclo compiuta in azienda (ricoltivazione, manipolazione, trasformazione).

Nel presente progetto, a parte la capofila, la maggioranza dei partecipanti diretti ed indiretti sono aziende di media o piccola dimensione, comparabili fra loro per fatturato ed addetti. L’adesione alla filiera è finalizzata alla crescita di tutte e alla qualificazione del prodotto, nell’intenzione di poter penetrare meglio i mercati esteri (nord ed est-europei in particolare) utilizzando la già provata esperienza commerciale della capofila.

 

I soggetti partecipanti

 

Denominazione Partecipante Sede Rappresentante Legale
A1) Vannucci Piante di Vannucci Vannino Diretto Pistoia Vannucci Vannino
A2) Società Agricola Castelmartini società a responsabilità limitata Diretto Larciano (PT) Baldi Papini Patrizia
A3) Giacomelli Piante Società Agricola Semplice Diretto Pistoia Giacomelli Giacomo
A4) Vettori Cristiano Diretto Pistoia Vettori Cristiano
A5) Capecchi Enio e figli Vivai Piante Società Agricola Semplice Diretto Pistoia Capecchi Claudio
A6) Eredi di Vettori Lanfranco società agricola semplice di Vettori Nicola, Silvio e Fabio Diretto Pistoia Vettori Nicola
A7) Società Agricola Panconi Osvaldo e figli S.S. Diretto Pistoia Panconi Romina
A8) Cecchi Alessio Diretto Quarrata (PT) Cecchi Alessio
A9) Fattoria di Filettole di Paola e Luigi Gherardi Piccolomini D’Aragona Dazzi Del Turco società agricola semplice Diretto Prato Gherardi Piccolomini Luigi
A10) Stanghini Alessio Diretto Pistoia Stanghini Alessio
A11) Niccolai Francesco Diretto Quarrata (PT) Niccolai Francesco
A12) Zerini Luca Diretto Pistoia Zerini Luca
A13) Società Agricola Vivai Piante l’Edera di Turchi Emanuel e Turchi Tiziano S.S. Diretto Pistoia Turchi Emanuel
A14) Dolfi Piante Società Agricola Semplice Diretto Quarrata (PT) Dolfi Stefano
A15) Università degli Studi di Firenze – GESAAF Diretto Firenze Alberto Tesi
A16) Grazzini David Diretto Pistoia Grazzini David
B1) Vettori Leonardo Indiretto Pistoia Vettori Leonardo
B2) Torselli vivai società agricola semplice Indiretto Quarrata (PT) Torselli Lucio
B3) Bellini Alberto Indiretto Pistoia Bellini Alberto
B4) Dolfi Daniele Indiretto Quarrata (PT) Dolfi Daniele
B5) Cecchi Fratelli Società Agricola Semplice Indiretto Quarrata (PT) Cecchi Fabio